"Sono una casalinga. Ho lasciato il lavoro per
dedicarmi alla mia famiglia. Ho maturato 15 anni di contribuzione
come lavoratrice dipendente maturata entro il 1992 in vista della
pensione di vecchiaia al raggiungimento anche del requisito dell'età.
La riforma stabilisce dal 1 gennaio 2012 il requisito minimo
contributivo dei 20 anni. Una sgradita sorpresa per me e per
moltissime altre casalinghe che si trovano nella stessa situazione.
Si possono cambiare le carte in tavola in questa maniera?"
Tra le diverse
problematiche sollevate sul versante previdenziale e pensionistico
dalle manovre va registrata anche la situazione della lettrice e di
coloro che entro il 1992 possedevano almeno 15 anni di contribuzione
oppure risultavano autorizzati ai versamenti volontari per
l'ottenimento della pensione di vecchiaia al compimento del previsto
requisito anagrafico. In particolare, si tratta di casalinghe che
dopo aver lavorato per 15 anni, oppure anche prima ottenendo
l'autorizzazione ai versamenti volontari entro il 1992, per vari
motivi, sono rientrate tra le mura domestiche in attesa del
compimento dell'età pensionabile per l'ottenimento della tanto
sospirata pensione di vecchiaia. Le cose sono andate bene a partire
dalla riforma Amato del 1992 e fino alla riforma Dini del 1995. Con
la manovra Monti, che stabilisce il requisito minimo contributivo di
20 anni per la pensione di vecchiaia, sorge il problema consistente
nel fatto se ancora esiste la possibilità di andare in pensione di
vecchiaia con il predetto requisito minimo contributivo dei 15 anni.
Finora l'Inps non risulta si sia espresso su tale perplessità.
L'atteggiamento negativo dell'Istituto potrebbe essere dedotto dalla
propria circolare n. 35 del 14 marzo 2012. Con questa circolare
l'Inps, nel dare attuazione alla manovra Monti, salva due posizioni
per quanto riguarda l'età anagrafica e le decorrenze perla pensione
di vecchiaia affermando che nulla è modificato per: a) non vedenti
(articolo 1, comma 6, Dlgs n. 503/1992 e circolare Inps n. 65/1995);
b) invalidi in misura non inferiore all'80% (articolo 1, comma 8,
Dlgs 503/1992 e circolare Inps 65 del 1995). Nella circolare 35/2012
non si parla affatto del requisito contributivo dei 15 anni. Molto
probabilmente l'Inps ritiene che la manovra Monti abbia
implicitamente abrogato la norma precedente che prevedeva la
possibilità di andare in pensione di vecchiaia con il requisito
minimo contributivo dei 15 anni. Se così fosse, sarebbe opportuna
una precisazione.
Resta il fatto
che per costruire il futuro, dobbiamo cominciare oggi.
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